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Cronaca di un'indagine sulle Fly Carp

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2011 16:44
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Presidente dell'FF
18/01/2011 13:09

Testo di Gianluca Milillo

Prima di comprendere cosa è successo sul Canale Emiliano Romagnolo sono necessarie alcune premesse per permettere a tutti di capire cosa gravita intorno al fenomeno “Fly Carp”.

Una cava è un ecosistema chiuso alimentato da una falda sotterranea: la vita ittica può solo arrivare dall’esterno. Mentre in un ecosistema aperto agli scambi biotici (lago, ansa, canalizzazioni, etc) la vita transita naturalmente, in ecosistema chiuso la fauna ittica deve entrarci “artificialmente”.

Questo, tradotto in termini di commercio dei laghi a pagamento si configura in “fame da pesce”.

Parallelamente non esistono allevamenti in grado di fornire Carpe uguali o superiori ai 10 chili, nate e cresciute in cattività, quindi (per rispondere alle esigenze commerciali e promozionali) un lago deve rivolgere le sue attenzioni sugli esemplari degli ecosistemi “pubblici”.

Il 90% del fenomeno quindi è riconducibile a due categorie di soggetti: i pescatori di professione (lecito e abusivo) e i “recuperatori”. Di contro lo sportivo “deviato” che vende la sua cattura incide in percentuale bassa nel macro disegno. Questo di certo non solleva il pescatore irresponsabile dal crimine morale che compie.

Queste due categorie possono o vendere in modo diretto alla struttura sportiva o venderla ad un allevamento, che "gira" le Carpe al lago con regolare fattura (ma irregolare provenienza).

Sul CER erano in azione recuperatori.

Siccome queste opere idrauliche sono soggette a riduzione in secca di alcuni tratti, le province (responsabilmente) stanziano fondi sotto forma di convenzioni per salvare il pesce in difficoltà, con il fine di liberarli nell’acqua geometricamente più idonea e vicina.

Vengono incaricate da queste convenzioni associazioni riconosciute e rappresentative, le quali, attraverso un protocollo d’azione codificato, stabiliscono le modalità operative di tali interventi.

Fin qui nulla questio…

Cosa invece è accaduto sul CER?

Soggetti incaricati anziché attenersi al protocollo indicato dall’associazione e in contrasto con i fini della convenzione si sono impadroniti di gran parte del pesce recuperato destinandolo a tre fini precisi:
Pesce "da padella" portato via in secchi da privati operatori (Tinche, Siluri, Lucioperca e pesci gatto);
Gestori di laghi di pesca sportiva e loro incaricati (noti ai testimoni) che selezionavano le Carpe di taglia maggiore e le sottraevano al rilascio in acque pubbliche, nel video si vedono pesarle e sistemarle in vasche separate e non nel mezzo dedicato al trasporto e rilascio;
Pesce bianco (Breme e piccole Carpe) rilasciate a chilometri di distanza dal punto di prelievo, in un campo gara di pesca al colpo. Queste come si vede nel filmato sono arrivate al punto di scarico perlopiù morte e lo scolo finale del tubo di scarico negli ultimi minuti (sempre come si evince dal filmato) ha scaricato solo una poltiglia di sangue e scaglie.

Quello che è stato rilasciato invece (sempre dall’analisi del filmato e dai testimoni presenti) sono stati i Siluri nello stesso canale di prelievo prossimo all’asciutta e Carpe di taglia media lanciate (letteralmente) da un ponte….

I Siluri, rappresentando una spesa in quanto al momento non spendibili nei canali commerciali ed essendo assenti i bacini di stoccaggio, sono così stati "imboscati" reimmettendoli nella stessa acqua del canale prossimo all' asciutta: moriranno in seguito, rappresentando una forma di inquinamento organico per cui nessuno è responsabile... Altri Siluri si vedono caricare in vasche diverse da quelle del camion autorizzato ed essendo assenti in provincia di Bologna i bacini di stoccaggio non si conosce la destinazione leggittima degli esemplari prelevati.

Idem molto pesce di piccola taglia, (tra cui la parte giovane delle colonie di Carpe) fondamentali alla struttura e alla sopravvivenza delle specie.

Chi sono le vittime di questa tipologia d’azione?
- le province che stanziano soldi per salvare la risorsa ittica e vengono ingannate da pochi individui,
- le associazioni che ripongono fiducia nei loro associati e vedono macchiata la loro immagine a causa dell’operato immorale di chi opera mosso solo dall'egoismo,
- i pescatori, che vedono ripulire la loro risorsa comune, la vedono schiavizzata da gestori irresponsabili e devono osservare passivamente le azioni negative di pochi a danno dell’intera collettività,
- e in ultimo (ma non per ultimo) la risorsa ittica, depredata, oltraggiata, sfruttata…fino a spremerne fino all’ultimo ingiusto vantaggio.

Sapere è potere, ed oggi ognuno di voi sa.

Il video, pubblico in rete, è il seguente:





Su cosa è successo in seguito e come evolve la situazione sarà mia premura informare tutti costantemente e pubblicamente, su questo e su tutti i casi su cui stiamo lavorando.

Condividere e far emergere è importante ed anche da questo dipende la lotta a questi drammatici affronti all'ittiofauna.

Sono consapevole fin da ora che rendendo trasparenti questi episodi non posso escludere ritorsioni da parte di chi lucra su queste realtà: ma la vita è fatta di scelte e non di opportunità, ed io e il mio staff abbiamo scelto di portare fino in fondo una giustizia fin troppo invocata da animali muti ma vivi...come i pesci.
[Modificato da Supercry87 21/02/2011 16:44]


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