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Le rivelazioni di un vecchio pescatore del Po

Ultimo Aggiornamento: 06/07/2011 09:57
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06/07/2011 09:57

Articolo di Tiziano Soresina dalla Gazzetta di Reggio



"Ho reagito ai predoni ora vivo un incubo"
Le rivelazioni di un vecchio pescatore del Po: «Sappiamo chi ruba motori e chi pesca di frodo: a Luzzara la banda ha una base e qualcuno l’aiuta»




GUASTALLA

E’ un pescatore d’altri tempi, con tanta nostalgia per le acque limpide ed il pesce copioso che sino alla fine degli anni Sessanta «regnavano» sul Po.

Non ha comunque mai abbandonato quelle anse, non lasciandosi testardamente scoraggiare nemmeno dall’inquinamento che si è «mangiato» il suo paradiso. Ma ora ha paura, perchè negli ultimi tre anni, pescando lungo il fiume, ha visto (o finto di non vedere...) troppe cose illegali e pericolose soprattutto per chi ci s’imbatte, ritrovandosi di colpo a disagio nel suo mondo. Ha deciso di raccontare quello che sa alla «Gazzetta», perchè spera che il suo grido d’allarme serva a scuotere autorità e forze dell’ordine, affinchè torni la sicurezza sul Grande Fiume. Si definisce «uomo di Po» e più in là non va: dice che con certa gente non si scherza e l’anonimato è per lui una protezione imprescindibile.

Furti nelle baracche, razzie di siluri con metodi a dir poco brutali: partiamo dalla nuda cronaca...

«Già, ormai gli assalti notturni non si contano e la gente del fiume è sempre più stanca. Ma, onestamente, è la paura che sta prendendo il sopravvento. Tra noi appassionati del fiume ci si conosce da tempo e si parla: da Brescello a Luzzara è lo stesso ritornello, chi in qualche modo si è esposto ha pagato, me compreso».

In che senso?

«Inizialmente reagivo quando vedevo strani sistemi di pesca e ho cercato anche di parlare con chi vedevo muoversi nel Po in maniera sospetta. Morale della favola, sul momento ho incassato frasi minacciose, poi guarda caso hanno preso di mira le mie cose sul fiume: furti, danneggiamenti. E non ti senti più sicuro. E la mia esperienza non è certo isolata».

Gli assalti si moltiplicano, ma si stenta a capire chi siano i responsabili. Lei cosa dice?

«Dico che quando in giro ci sono i pescatori ungheresi sono sempre guai. Sarà anche una coincidenza, ma... Chi agisce è gente esperta: sa mettere le mani sulle imbarcazioni e soprattutto conosce bene la realtà in cui agisce. Basta analizzare l’ultimo colpo, al porto di Boretto, per capire che era stato tutto pianificato. E poi lo sanno tutti gli appassionati del Po che a Luzzara qualcosa non quadra: siamo tutti convinti che da quelle parti vi sia una sorta di base logistica per questi razziatori, c’è qualcuno del posto che li aiuta, non può essere diversamente».

Ormai avere una barchetta sul fiume è diventato un problema più che un passatempo: troppi furti...

«E sa perchè? Motori nuovi e persino vecchi fanno gola. Da quel che si sa vengono rubati e poi venduti al mercato nero: in Italia non è facile piazzare motori immatricolati, nell’Est europeo è una passeggiata».

Cosa sa della pesca di frodo, in particolare dei siluri?

«Innanzitutto non fanno illegalmente man bassa solo di siluri, ma di tutto il pesce che gli arriva a tiro e così il fiume sta morendo. Sono un pescatore e, purtroppo, ho visto coi miei occhi cosa sono capaci di fare quei banditi: stragi con la corrente eletttrica, siluri impiccati, palamiti con decine e decine di ami. Proprio in questi giorni ho visto in acqua siluri legati a grappoli in putrefazione, sicuramente dimenticati da quei maledetti».

E tutti questi quintali di pesce dove vanno a finire?

«Il siluro è molto apprezzato nell’Est europeo, quandi quei carichi illegali, senza controlli sanitari, dovrebbero finire in quei Paesi. Ma si sentono strane voci su alcuni ristoranti italiani...».

Ci arrivano non di rado, in redazione, segnalazioni di campeggi abusivi lungo le spiagge del Po: si sa che si accampano con tenda e sacco a a pelo gli stranieri. Pescatori innocui o hanno a che fare con le razzie?

«Dico solo che chi s’accampa andrebbe controllato immediatamente. Altri punti-chiave da tenere monitorati sono le rampe che s’immettono nel fiume: a Luzzara, Boretto, Isola Pescaroli... Lì arrivi al Po con macchina e carrello o col furgone e movimenti quello che vuoi...».

Al di là delle inchieste giornalistiche, Arma e Corpo forestale stanno indagando da tempo. Chi ama il Po deve collaborare con gli inquirenti?

«Le segnalazioni non mancano, anche se le minacce ricevute da certa gente cominciano a pesare. Comunque, manca un pattugliamento continuo sul Po, una polizia fluviale dotata di barca e sistemi moderni per dare efficacemente la caccia a questi delinquenti».
[Modificato da Supercry87 06/07/2011 09:57]


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